Tre mesi volati come niente, in un gelido soffio baltico. Ed eccomi a passeggiare per l'ultima volta a Vilnius, sicuramente l'ultima della mia vita. Le strade che all'inizio mi sembravano così inospitali e fredde adesso sembra quasi che siano tristi al sapere che presto ci separeremo.
Strana questa città,come la sua gente, all'inizio non ti caga di striscio, anzi ti rende le cose un po' difficili, e per quanto ti sforzi non ti senti mai parte di essa: io ho i guanti di lana bucati nelle punta di tre dita, le scarpe rotte dalla suola, che ci entra l'acqua,ho la sciarpa strappata che tocca per terra quando cammino e il mio giubbotto ha una tasca sfonda, 12 bottoni in meno della partenza, e un buco enorme sul di dietro, ho rotto il cinturino dell'orologio, le stanghe dei miei occhiali traballano e i miei jeans hanno buche e rattoppamenti di fortuna su entrambe le ginocchia. A vedermi sembro chiaramente un'immigrata armena dopo la traversata transiberiana. Dovrei essere una di loro, dovrei essere una Vilnieta. E invece sono solo io, che passeggio estranea, ovviamente per salutare per l'ultima volta questa città. E le sue chiese sono tristi, e i suoi cortili pure e le sue mura e il cielo anche. Ma perchè...perchè vado via?allora mi hai voluto bene città nordica dei miei stivali? Forse sì.
Alla fine, lentamente, senza rendermene conto, mi sono affezionata a te e tu a me. Ci siamo affezionate contro la nostra volontà, come quando ti imponi di non fare una cosa e ti ritrovi a farla lo stesso. E adesso come farò senza il mio appartamento comunista? e il frigorifero casinaro? e come farò senza i marciapiedi ghiacciati e scivolosi perchè a Vilnius se nevica e grandina non puliscono le strade e se non hai le scarpe giuste ti arrangi?
Grazie bella città silenziosa e apparentemente fredda. Grazie per questi tre mesi straordinari, grazie per i tuoi abitanti e per le tue luci,per i colori e per i tuoi ruderi, per le tue buche e i tuoi ubriachi. Grazie per avermi insegnato qualcosa che non so neanche io cosa, ma sento che qualcosa dentro è cambiato e la valigia davvero è più pesante dell'andata, carica di qualcos'altro oltre ai vestiti e ai souvenir. Saluto le tue strade pregne delle mie emozioni per l'ultima volta nella mia vita.
Adesso so dove portano, più o meno,e non mi sento più spaesata tra di esse. Sarà bello e triste ricordarti, vecchia e nuova città slava, sarà bello sapere che da lontano tu esisti ancora. Saluto questi vicoli sconnessi, per l'ultima volta nella mia vita, li saluto e li sfioro, perchè sei bella, forte città segnata e coraggiosa. Scorro le immagini nella mia testa, teste e visi di persone, voci e musica, e ogni passo è un ricordo. Ti saluto bella Vilnius, ti saluto per quella che forse sarà l'ultima volta nella mia vita.
Strana questa città,come la sua gente, all'inizio non ti caga di striscio, anzi ti rende le cose un po' difficili, e per quanto ti sforzi non ti senti mai parte di essa: io ho i guanti di lana bucati nelle punta di tre dita, le scarpe rotte dalla suola, che ci entra l'acqua,ho la sciarpa strappata che tocca per terra quando cammino e il mio giubbotto ha una tasca sfonda, 12 bottoni in meno della partenza, e un buco enorme sul di dietro, ho rotto il cinturino dell'orologio, le stanghe dei miei occhiali traballano e i miei jeans hanno buche e rattoppamenti di fortuna su entrambe le ginocchia. A vedermi sembro chiaramente un'immigrata armena dopo la traversata transiberiana. Dovrei essere una di loro, dovrei essere una Vilnieta. E invece sono solo io, che passeggio estranea, ovviamente per salutare per l'ultima volta questa città. E le sue chiese sono tristi, e i suoi cortili pure e le sue mura e il cielo anche. Ma perchè...perchè vado via?allora mi hai voluto bene città nordica dei miei stivali? Forse sì.
Alla fine, lentamente, senza rendermene conto, mi sono affezionata a te e tu a me. Ci siamo affezionate contro la nostra volontà, come quando ti imponi di non fare una cosa e ti ritrovi a farla lo stesso. E adesso come farò senza il mio appartamento comunista? e il frigorifero casinaro? e come farò senza i marciapiedi ghiacciati e scivolosi perchè a Vilnius se nevica e grandina non puliscono le strade e se non hai le scarpe giuste ti arrangi?
Grazie bella città silenziosa e apparentemente fredda. Grazie per questi tre mesi straordinari, grazie per i tuoi abitanti e per le tue luci,per i colori e per i tuoi ruderi, per le tue buche e i tuoi ubriachi. Grazie per avermi insegnato qualcosa che non so neanche io cosa, ma sento che qualcosa dentro è cambiato e la valigia davvero è più pesante dell'andata, carica di qualcos'altro oltre ai vestiti e ai souvenir. Saluto le tue strade pregne delle mie emozioni per l'ultima volta nella mia vita.
Adesso so dove portano, più o meno,e non mi sento più spaesata tra di esse. Sarà bello e triste ricordarti, vecchia e nuova città slava, sarà bello sapere che da lontano tu esisti ancora. Saluto questi vicoli sconnessi, per l'ultima volta nella mia vita, li saluto e li sfioro, perchè sei bella, forte città segnata e coraggiosa. Scorro le immagini nella mia testa, teste e visi di persone, voci e musica, e ogni passo è un ricordo. Ti saluto bella Vilnius, ti saluto per quella che forse sarà l'ultima volta nella mia vita.